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(ultimo aggiornamento 22/11/2022)
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Raggiungere l'obiettivo di 50.000€ è fondamentale, ne manifestazioni ne nulla al mondo oggi può lanciare un segnale politico come un rinvio alla corte di giustizia da parte del tar.
Intendiamo ricorrere affidandoci ad uno degli studi di diritto più importanti del Paese. Un segnale politico importante di un settore presente fatto di aziende che intendono far valere i propri diritti presso tutte le sedi competenti.
Il superamento dei fondi necessari al ricorso ci consentirà di:
1) Notifica EU e apertura procedimento di contestazione del provvedimento in sede di commissione.
2) Incarico a un ufficio stampa di portata internazionale per attività di un anno, dal costo variabile in base al budget, finalizzato alle comunicazioni con i media, opinione pubblica e istituzioni.
3) Mandato a una società esperta nelle relazioni istituzionali su scala internazionale, prettamente specializzata sulle commissioni parlamentari e i sui ministeri, che svolge indagini di mercato e cura la redazione di dossier, attiva le procedure per notificare tali documenti e portare all’attenzione delle istituzioni le richieste dei portatori d’interesse con diversi professionisti e intensificando i lavori sulla base del budget destinato.
AGGIORNAMENTI: 15 luglio: DEPOSITATO IL RICORSO! 28 luglio: UDIENZA FISSATA IL 7 SETTEMBRE!

AGGIORNAMENTI: 15 luglio: DEPOSITATO IL RICORSO! 28 luglio: UDIENZA FISSATA IL 7 SETTEMBRE!
L’obiettivo è ottenere la sospensiva del comma 4 dell’art 1 del decreto interministeriale in materia di piante officinali, discusso a inizio gennaio 2022 in Conferenza Stato-Regioni e che interviene sul D.lgs 75/2018. Gli avvocati precisano che tale risultato si potrà raggiungere senza coinvolgere nel ricorso in alcun modo le altre norme sulle piante officinali e le destinazioni farmaceutiche.
Questo intervento viene fortemente supportato dalle nostre associazioni che vedono nell’applicazione corretta della normativa europea maggiori opportunità per tutte le aziende italiane che rappresentano.
Il nuovo decreto officinali non include infatti tutti gli altri usi già previsti dalla L.242/2016 e in particolare la possibilità di realizzare derivati dalla pianta nella sua interezza ai sensi delle filiere previste dalla legge e delle normative dei settori industriali a queste legate. Nell’ottica della competitività delle aziende sul mercato europeo ci sembra assurdo, si rischia che le varietà previste e ammesse dalla normativa europea (e dalla L.242/2016), selezionate e certificate, vengano per errore sottoposte alla stessa normativa prevista per gli stupefacenti dalle quali sono naturalmente distinte per la loro non offensività e non pericolosità.
L’attività di monitoraggio sul territorio delle associazioni evidenzia che questa formulazione del decreto inizia a generare fraintesi con alcune procure. Le aziende e gli investitori temono ripercussioni e alcuni pensano di spostare le loro attività all’estero (o hanno iniziato a farlo).
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